domenica 26 febbraio 2017

Elogio del disincanto

Non ricordava più! Semplicemente si rendeva conto che il tempo nel suo scorrimento niente più contava, ne incidevano i giorni e l'esperienze intrise nelle ore, il susseguirsi delle vicende, sguardi, paure, sorrisi, ansie... tutto sembrava appiattito in un'apatia surreale, come se la storia finita nella sua evoluzione, niente più avesse da raccontare, niente di più da far succedere, niente più da inserire nel museo delle sue verità.
Così il ricordo assumeva le sembianze di un bosco fitto di vegetazione, in un'altrettanto fitta nebbia intensa e opaca. Le parole stesse, scivolavano sul crinale si un significato assunto, pertanto scarico del suo stesso fascino, le emozioni stabilizzate, e la noia ormai presente nei dettami della rassegnazione, lasciava cadere la sua sentenza sui giorni tersi, di una stupida modernità.