mercoledì 6 novembre 2013

Assemblea Pubblica ovvero l'antitesi di un bluff

Per la volta ennesima e ormai con una totale apatia che mi circonda, ho assistito a un'assemblea pubblica e di partito del quale tra l'altro sono iscritto. Non che mi aspetti che con il termine assemblea ci si possa riferire a un momento di apertura e inclusione, di ascolti del Partito e dei suoi organi, non che mi aspetti che con il termine pubblica si dia lo spazio di interventi al pubblico e ai partecipanti pur numerosi presenti in sala, almeno nella prima mezz'ora. Non siamo mica un collettivo, che da spazio ai vari studenti e cittadini, questa non é un'assemblea sindacale dove possono parlare anche i lavoratori, questa é un'assemblea pubblica di partito per giunta precongresuale. Un sorta di rito consacrato all'altare di Santo Stefano, dove gli interventi sono già preconfezionati, chiusi negli orticelli delle tematiche e dei generi dei nomi e delle referenze, una passerella pseudo-retorica, nella quale non c'è nessun incontro ne tantomeno scontro dialettico, nella quale mille parole servono per non dire assolutamente nulla. Una sorta sottile normalizzazione delle differenze, e un ingessamento di modi e tempi, per il quale, anche quei pochi illusi, ostinati, che avevano chiesto la parola in un fuori programma non precisato, messi in coda agli innumerevoli interventi rigorosamente pre-incasellati, alla fine non interverranno per questioni di tempo. É colpa del tempo sia chiaro, la sala chiude, maledetto tempo!
Risultato, già dopo i primi 10 min la sala é distratta, i relatori (perché questo sono gli interventi) parlano a se stessi e a una percentuale del 5% dei presenti, gli altri parlano di altro fumano, criticano l'organizzazione, parlano di cosa fare in futuro, e per lo più portano tra le sedie della sala, quel dibattito che dovrebbe essere portato aventi dall'assemblea, insomma tutto fanno meno che ascoltare la liturgia di una politica stucchevole auto referenziata,  di una para-burocrazia grottesca e congelata, tesa alla conservazione di nomi e ruoli, non disposta neanche davanti all'evidenza a un gattopardismo che forse gli sarebbe più d'aiuto, concentrata invece sull'instaurazuone di espedienti formali tipo assemblee bluff, nella speranza che si possa così continuare a tempo indeterminato

Vi é più che tra i tanti sconcerti non emerga in modo palesato una posizione di critica se non della ragion pura - libera cioè  dal pregiudizio - neanche del giudizio - teso a riflettere nel mondo la nostra posizione interiore - . In breve si tace, per opportunità o per calcolo, - non sia mai che si pensi che io... -.

Il niente del Sorrentino della "Grande bellezza" é sicuramente più interessante, per questo e di questo passo,  la prossima volta molta gente nel migliore dei casi andrà al cinema.